Che cos’è il saturimetro? È utile averne uno? Il saturimetro è uno strumento che serve per poter misurare il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue ma anche altri parametri. Si utilizza certamente in ambito medico ma, data la semplicità di utilizzo di questo apparecchio, spesso viene utilizzato anche in casa, autonomamente, laddove sia necessario. La tecnica di misurazione su cui si basa questo dispositivo può essere utilizzata su pazienti di vario genere, addirittura sui neonati. Infatti tale metodologia non è assolutamente invasiva, ma al contrario non causa alcun dolore. Di seguito parliamo nel dettaglio del saturimetro e della sua utilità, scoprendo anche quale scegliere per utilizzarlo in casa in tutta sicurezza. Inoltre vi diamo alcune informazioni relative alle circostanze di utilizzo di tale prodotto e anche ai modelli disponibili sul mercato.
Saturimetro: cos’è
Nell’introduzione vi abbiamo accennato che cos’è un saturimetro ma vogliamo darvi una definizione più accurata.
Com’è fatto
Oltre a questa sonda, è presente poi la parte necessaria alla rielaborazione dei dati che vengono raccolti, fornendo il risultato finale su un display di cui il saturimetro dispone.
Con il passare degli anni, il plussossimetro è diventato uno strumento sempre più compatto. Dunque è possibile anche portarsela dietro in tutta tranquillità.
La saturazione di ossigeno nel sangue
Parliamo ora della saturazione di ossigeno nel sangue, ovvero il parametro che è possibile misurare con il saturimetro. Di cosa si tratta?
- 95-100%: sono valori considerati fisiologici e dunque “giusti” per l’organismo
- 90-95%: in presenza di questi valori, vi è una lieve ipossia, ovvero una parziale assenza di ossigeno
- -90%: tali valori indicano una grave ipossia e dunque sono considerati patologici
- +100%: in condizioni normali, senza la somministrazione artificiale dell’ossigeno, un valore elevato può essere indice di iperventilazione e richiede comunque attenzione medica
Dunque può risultare davvero fondamentale misurare tale valore attraverso il pulsossimetro così da capire se ci siano valori tali da destare preoccupazione.
Ci sono varie patologie che possono portare alla riduzione della saturazione di ossigeno e conseguentemente alla riduzione della funziona respiratoria. Tra queste troviamo la Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), la broncopneumopatia cronica ostruttiva, difetti cardiaci di tipo congenito, un’ostruzione delle vie respiratorie, la fibrosi polmonare e l’enfisema polmonare.
Come funziona il saturimetro
Scopriamo ora come funziona il saturimetro, ovvero in che modo riesce a individuare il valore di cui vi abbiamo parlato sopra.
Tale “movimento”, comporta che le radiazioni luminose siano assorbite dall’emoglobina:
- Hb, ovvero l’emoglobina non legata assorbe la luce rossa
- HbO2, ovvero l’ossioemoglobina, che è l’emoglobina legata all’ossigeno, assorbe la luce infrarossa
Dunque il saturimetro approfitta delle differenze di assorbimento tra HbO2 e Hb, e procede alla misurazione e all’analisi della differenza tra le radiazioni luminose che vengono emesse dai diodi e quelle finali che “arrivano” al rilevatore. In questo modo è possibile ottenere il valore relativo alla saturazione di ossigeno nel sangue che sarà segnalata quindi sul monitor.
Migliori saturimetri da usare in casa
Dopo aver visto qual è il principio alla base di questo dispositivo, passiamo alla pratica, per capire come si possa utilizzare anche in casa. Per fortuna è molto semplice usare il saturimetro anche autonomamente e la misurazione è automatizzata, così da rendere tutto immediato senza che la persona o l’operatore sanitario debbano intervenire in alcun modo.
Innanzitutto bisogna accendere il saturimetro. Dopodiché la sonda a forma di pinza va applicata in un’area del corpo in cui vi sia una circolazione a livello superficiale. Tendenzialmente l’ossimetro si posiziona su un dito o sul lobo di un orecchio, mentre nel caso dei neonati, come vi abbiamo accennato, va messo sul piede. Non resta dunque che attivare la misurazione della saturazione di ossigeno del sangue e attendere che sia fornito il risultato sul display.
Ovviamente ogni dispositivo avrà delle caratteristiche peculiari, e in questa sede ci preme darvi delle indicazioni di massima. Se avete preso un nuovo prodotto meglio sempre attenersi alle istruzioni piuttosto che fare di testa propria. Di seguito vi diamo alcune indicazioni relative invece all’applicazione del saturimetro e quando è richiesta tale misurazione in maniera autonoma o da parte di personale sanitario.
Quando si usa il saturimetro
Misurando la saturazione di ossigeno del sangue, l’utilizzo di questo semplice dispositivo può rivelarsi molto utile al fine di ottenere delle informazioni preventive riguardanti sia la frequenza cardiaca che la funzionalità respiratoria di una persona. In ambito ospedaliero il saturimetro è molto utilizzato, e anche i paramedici lo hanno sempre a disposizione, date la rapidità e la semplicità di utilizzo. Anche a livello personale si sta diffondendo l’uso del pulsossimetro, nei casi in cui si riveli importante controllare costantemente i parametri di cui vi abbiamo parlato.
- Quando è necessario controllare in maniera costante la frequenza cardiaca e il grado di saturazione di pazienti che si trovano in ospedale;
- Nel corso di visite specialistiche, questo dispositivo si utilizza per controllare la funzionalità respiratoria di un individuo;
- L’utilizzo è necessario al fine di tenere sotto controllo, in pazienti che soffrono di apnee notturne, la saturazione dell’emoglobina;
- Si usa per effettuare un controllo nei pazienti fumatori o esposti a inquinamento, per determinare se siano present danni alla funzione respiratoria.
Ci sono poi problematiche alle vie respiratorie che vanno controllate in maniera costante, anche in casa, e si tratta di asma bronchiale, BPCO, polmonite, bronchite cronica ma anche altre malattie polmonari.
Dei prodotti presenti sul mercato consentono di ottenere anche la curva pletismografica. Di cosa si tratta? Stiamo parlando dell’onda sfigmica grazie alla quale si può controllare l’andamento delle pulsazioni. L’onda inizia in corrispondenza del momento in cui il sangue esce dal ventricolo sinistro per poi andare nell’aorta e infine raggiungere la periferia. Può essere molto utile, per determinati pazienti, disporre di questa funzione.
Ricordiamo comunque che in questa sede non intendiamo fornire indicazioni mediche ma solo dare alcune informazioni relative al saturimetro. Sarà il medico curante a stabilire la necessità dell’utilizzo di questo dispositivo valutando attentamente caso per caso.
Migliori saturimetri professionali
I pro e i contro di questo dispositivo
Veniamo ora agli aspetti positivi e a quelli negativi legati all’uso del saturimetro sia a livello ospedaliero che personale. Ve li proponiamo a titolo informativo, così che possiate avere un’idea più dettagliata rispetto a questo dispositivo.
- velocità di misurazione della saturazione di ossigeno nel sangue
- facilità di utilizzo
- possibilità di utilizzare anche autonomamente questo dispositivo, e non solo con l’ausilio di personale sanitario
- possibilità di effettuare tale misurazione in maniera né invasiva né dolorosa
- opportunità di tenere d’occhio la frequenza cardiaca in maniera costant
- Movimenti dell’individuo soggetto a misurazione: possono rendere il risultato finale poco attendibile;
- Anemia: tale condizione può nascondere l’ipossiemia ;
- Vasocostrizione periferica: in tale circostanza diminuisce l’apporto di sangue alle estremità del corpo, quali i piedi e le mani. Ne consegue che la lettura da parte del saturimetro potrebbe essere compromessa;
- Blu di metilene nel circolo sanguigno: quando questa sostanza è presente nel sangue, può assorbire le radiazioni di luce che vengono emesse dalla sonda del saturimetro e dunque la lettura potrebbe essere non corretta. Il blu di metilene si usa per trattare la metaemoglobinemia indotta da farmaci oppure da agenti chimici.
- Smalto scuro sulle unghie: anche questa condizione può arrivare a rendere non corretti i risultati che si ottengono. Infatti lo smalto scuro può fare da schermo alle radiazioni luminose della sonda alterando di fatto il risultato.
- Carbossiemoglobina: questo dispositivo ha, tra i contro, quello di non riuscire a riconoscere la ossioemoglobina, che è l’emoglobina legata all’ossigeno, dalla carbossiemoglobina. Si tratta dell’emoglobina legata al monossido di carbonio ed è un composto tossico. Ne consegue che una persona che ha un’intossicazione da monossido di carbonio può ottenere risultati nella norma con il saturimetro anche se la realtà dei fatti è del tutto differente. Per risolvere tale situazione, esistono dei dispositivi appositi di cui vi parliamo di seguito.
Il puls-CO-ossimetro: cos’è e perché si differenzia dal saturimetro
Come vi abbiamo detto, uno dei maggiori limiti del saturimetro è quello di non distinguere la carbossiemoglobina dalla ossioemoglobina. La prima è presente ad esempio nel caso di intossicazioni da monossido di carbonio, ed è fondamentale che il personale medico ne individui immediatamente la presenza.
Per fortuna la tecnologia fa sempre progressi ed è stato inventato un altro dispositivo negli ultimi anni, ovvero il puls-CO-ossimetro. Si tratta di un dispositivo che consente di controllare i livelli di saturazione della carbossioemoglobina nel sangue. Inoltre ha il vantaggio di poter misurare anche il livello di saturazione di ossigeno dell’emoglobina e i valori relativi alla saturazione di metaemoglobina.
Vengono utilizzate delle radiazioni luminose a molteplici lunghezze d’onda, rispetto alle due possibili con il saturimetro classico. Dunque la carbossiemoglobina e la metaemoglobina assorbono in maniera differente questi fasci di luce. Dunque, una volta effettuata la misurazione, si possono ottenere tre tipologie di informazioni:
- livelli di metaemoglobina
- quantità di carbossiemoglobina
- livelli di saturazione di ossigeno dell’emoglobina
A differenza del saturimetro, il puls-CO-ossimetro è un dispositivo un po’ più sofisticato che non si usa in ambito domestico. Ne dispone in genere solo personale sanitario preparato, sia in ospedale che sui mezzi di soccorso.
Esempi di puls-co-ossimetri
Come scegliere il pulsossimetro
Il pulsossimetro va scelto innanzitutto seguendo le indicazioni del proprio medico curante. Ci sono comunque vari elementi da prendere in considerazione e sono sicuramente le informazioni che è in grado di fornire, le funzionalità, gli accessori, il display, la batteria e il prezzo. Di seguito vi parliamo di ognuno di questi elementi così da aiutarvi nella scelta.
Informazioni fornite e funzioni
Ci sono vari modelli di saturimetro in grado di fornire varie informazioni che sono le seguenti:
- saturazione arteriosa di ossigeno (SpO2)
- frequenza cardiaca (battiti al minuto)
- curva pletismografica (rappresentazione grafica della pulsazione cardiaca)
Alcuni prodotti consentono di impostare dei valori limite massimi e minimi relativi a ogni persona così da segnalare con un segnale uditivo se il risultato non rientra in tali parametri. Inoltre con il pulsossimetro è possibile registrare i dati per un giorno intero, senza interruzione alcuna. Esistono alcuni dispositivi che sono in grado addirittura di confrontare i dati registrati in memoria fornendo delle statistiche.
Dunque i modelli basilari riescono a registrare solo le pulsazioni e la saturazione di ossigeno nel sangue, mentre i più sofisticati riescono a fornire anche altri tipi di informazioni e hanno funzioni aggiuntive.
Possiamo trovare modelli con avviso relativo al livello di batteria, arresto automatico, connessione al pc, bluetooth.
Accessori e batteria
Tra gli accessori di cui può essere dotato un saturimetro troviamo:
- batteria di riserva
- Cd con software per il pc
- cavo USB
- custodia
- laccetto
- caricatore
Per quanto riguarda la batteria, esistono modelli con batterie sostituibili e quelli ricaricabili, con batteria interna.
Display
Esistono varie tipologie di display che variano e migliorano con l’aumentare del prezzo del saturimetro. Addirittura alcuni modelli hanno un display a colori ma ciò che bisogna considerare è semplicemente la facilità nella lettura dei risultati ottenuti a seguito delle misurazioni. Anche l’illuminazione dello schermo può variare.
Migliori saturimetri con display grande
I prezzi del saturimetro: quanto costa?
Passiamo ora alla parte pratica della questione così da capire quale sia il costo per l’acquisto del saturimetro. Vi diciamo subito che, per fortuna, questo apparecchio si attesta su costi accessibili a tutti. Esistono molti modelli, alcuni con più o meno pulsanti, ma tutti sono affidabili.
Facendo un giro sui siti di e-commerce, i prezzi che troviamo variano dai 12 euro ai 70 euro circa. Ci sono comunque modelli estremamente sofisticati e ricchi di funzioni che arrivano a costi decisamente più elevati, fino a 200 euro. Ovviamente si dovrà scegliere il prodotto giusto in base alle proprie esigenze seguendo le indicazioni del medico curante.
Dove comprare un saturimetro: canali di vendita
Per comprare un saturimetro ci si può affidare a diversi canali di vendita. Innanzitutto le farmacie dispongono di alcuni modelli da poter acquistare ma non è escluso di poter trovare il saturimetro anche nei migliori negozi di elettronica. Per confrontare però un vasto numero di prodotti, consultare le recensioni e vedere le differenze relative al prezzo, la soluzione ideale potrebbe essere affidarsi ai siti di e-commerce. Su Amazon, per esempio, si trovano molte tipologie di saturimetro.
Tra i modelli ne troviamo alcuni colorati, adatti anche ai bambini che purtroppo necessitano di controlli costanti rispetto alle cose che vi abbiamo detto. Immediatamente si può vedere il punteggio ottenuto da un prodotto e dal suo venditore. Inoltre c’è il vantaggio di poter ricevere a casa il dispositivo acquistandolo stando comodamente seduti sul divano.
Ricordiamo comunque di fare questo acquisto seguendo sempre e comunque le indicazioni mediche, anche relativamente alla tipologia da scegliere. In questa sede non vogliamo sostituirci a personale esperto ma semplicemente darvi qualche consiglio per l’acquisto a chi ne ha bisogno.
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